Domenica 25 ottobre 2020, per avere ragione degli avversari e trionfare nel 63° trofeo Vanoni, la Francia di Rancon e dei fratelli Sebastien ed Alexandre Fine chiuse con un crono finale di 1h30’42”. Alle spalle dei “bleus” si piazzò l’Atletica Valle Brembana forte di un crono complessivo di 1h32’12”. Terzo gradino, amaro si disse, per il Valchiese con 1h32’18” ottenuto grazie a questi parziali:
Vender Alberto detto (da me) “Vamos Albertino” (in onore di Contador) : 29’50”
Merli Luca detto “i giorni del merlo” : 31’06”
Filosi Marco detto “il Condor di Praso” : 31’24”
Un anno dopo, 364 giorni, domenica 24 ottobre 2021, Trofeo Vanoni edizione 64esima, l’enorme fantasia dei cronisti locali regala ai posteri l’ennesimo: “suona ancora la marsigliese” . . . chapeau ai transalpini, stampano 1h30’02” , 42″ meno, ai più attenti non sfugge il ricordo del motivo di ciò. Lo scorso anno l’equipe sarebbe stata Rancon-Cachard-Fine ma causa infortunio all’ultimo di Sylvain dovettero mettere la pezza di Sebastien, che gettò l’anima oltre l’ostacolo contro una concorrenza che le buscò nettamente.
Nulla del genere questo pomeriggio, dinanzi al crono stellare dei francesi, le maglie dei ragazzi di Ennio Colò si sono stagliate leggiadre tra i foliage dei castagni Morbegnesi, ai posteri va 1h30’14” , 12 fottuti secondi, e questi parziali (leggete e godete):
Vamos Albertino : 29’00” (meno 50″ rispetto al 2020)
I giorni del Merlo : 30’27” (meno 39″ rispetto al 2020)
Il condor di Praso : 30’46” (meno 38″ rispetto al 2020)
Le spiegazioni di ciò, da un punto di vista tecnico, al momento mi sfuggono. Orbene, il miglioramento è frutto di lavoro, di sacrificio ed allenamento. Di salute (curata e preservata), di serenità che deriva dall’essere parte di un gruppo solido e sano, di condurre una vita intrisa di valori positivi. Tutto bene, e tutto nell’ordine dello standard che una storia di sport reclama. Ognuno è libero di farsi la propria idea, ma nessuno di noi è nei panni di Ennio, ne conosce sufficientemente nel dettaglio il percorso che è servito a costruire quella che rimane un impresa memorabile soprattutto nei numeri di un miglioramento che, come Albertino ha ricordato ai microfoni dei fratelli Bongio dopo la gara, viene dagli stessi identici elementi dell’anno prima, loro tre come unico comune denominatore dinanzi a squadre costruite sulle medaglie mondiali o sul bacino di una nazione intera, contro il triangolo dell’alto Caffaro.
Ma non è di queste lapalissiane verità che stasera i bad-boys si ammanteranno quando probabilmente ordineranno il famigerato ANANAS AL FUEGO (questa è per pochi) per lenire il dolore (sportivo s’intende) per una beffa che per me ne ingigantisce ulteriormente l’aurea, che inizia a farsi leggenda.
Dopo tutto, se come ho detto le questioni tecniche sono difficili da cogliere (ma ci proviamo tra poco), rimangono quelle del dramma.
Questioni tecniche, da scomunica
ci dobbiamo provare, ed allora con il lanternino provo ad azzardare:
Albertino sulla discesa ha avuto qualche passaggio incerto. Poca roba, due o tre appoggi ai limiti (uno dopo il salto, uno sull’ultimo tornante in asfalto). Se è vero che sono secondi potrebbe anche significare che il prossimo step per lui è lavorare ancora sulla reattività per limare ancora qualcosa li. Merlino per sua stessa ammissione ha sofferto la parte centrale, sono dell’opinione che il miglior merlino arriverà tra 2 o 3 stagioni, il bingo è ancora lontano da venire. Condor: limare 20 secondi in salita (detto un cazzo) e sottoscrivere polizza per discesa (facile).
Questioni non tecniche, il grande payback:
Il chelsea che alzò la champions del 2012 veniva dalla beffa di Mosca e dello scivolone di Terry, ma anche dallo scandalo Ovrebo della seminfinale del 2009. Erano gli stessi da almeno 10 anni (Terry, Chech, Lampard, Cole, Drogba, Obi Mikel, Kalou). Nella notte di Munich rientrò tutto con gli interessi, una pagina di storia perchè a farlo furono gli stessi sconfitti degli anni precedenti.
La Fortitudo di Carlton Myers disputò 5 finali scudetto, inclusa quella del 98 con il tiro da 4 di Danilovic in gara cinque, prima di vincere quella della redenzione nel 2000. Quando a Myers all’ennesima sconfitta consecutiva negli spogliatoi di Treviso chiesero se pensava di farsi cedere egli rispose “neanche per sogno, io vado avanti”
Micheal Jordan perse per 3 anni di fila contro i Detroit Pistons nei Play Off, rimediando anche sonori pestaggi in campo, prima di vincere la nemesi (4 a 0 nel 1991) e volare in finale per vincere il primo dei suoi 6 titoli
Se vuoi vincere devi essere il più forte… ma molte volte non basta, devi anche essere il più cazzuto perché arriverai vicino alla vittoria ma ci sarà chi è li a vincere prima di te che per abitudine, possibilità, situazione, anagrafe ti batte e ti costringe a ricominciare tutto da capo, ed in molte situazioni questo sfalda l’anima di chi deve gestire questo re-inizio.
Noi che leggiamo e scriviamo comodi in poltrona pensiamo che pronti via l’anno prossimo il Condor stampa ancora lo stesso tempo in discesa, che Albertino sale come è salito oggi, senza a volte renderci conto di cosa c’è dietro, dell’infinità di dettagli, di variabili,
Per questo penso che ciò a cui abbiamo assistito oggi sia stato eccezionale, uno spettacolo ed un impresa storiche, la loro come quella dei Francesi, perché solo con una gara perfetta hanno potuto arginare la tempesta perfetta che Ennio aveva imbastito. Il pegno pagato, se esistono gli dei della corsa in montagna, deve essere reso a questo Valchiese, “autoctono” come si è giustificato Alby, ma che davvero, si è cucito addosso la leggenda, perchè con i fatti hanno portato il proprio talento, di purà volonta, ad un livello superiore.
I Mocked
prestazione d’altri tempi alla voce pronostico, dove ho anche preso il grande exploit dei falchi. Sovrastimato Lanzada e Diavoli Rossi, invece con cumbria, malonno e Orobie un mezzo capolavoro… ma chi sono? Maurizio Mosca ??
per i miscredenti: LINK
Andate a cagare