AKA….IL CONTE CAGLIOSTRO !
The Wild Wild West
Nuggets VS Lakers
Ci ri-troviamo finalmente a questo punto, Denver e la loro nemesi, questa volta loro forti delle vittorie e dello spessore della stagione, gli altri aggrappati all’insensato.
Arrivarci e’ stato un percorso arduo e tortuoso, lastricato di immani dolori. Il Joker ha dovuto far fuori Durant, Booker e la sua banda, dopo aver visto in faccia la fine di tutto al termine di quella gara 4 in Arizona in cui sembrava che Booker fosse stato immerso nelle acque sacre dell’olimpo. Il travaglio di gara 5 e l’impresa di gara 6 restituiscono a Jokic una dimensione di assolutismo che si era dissolta ai miei occhi dopo alcuni comportamenti in nazionale. Questa serie lo ha elevato al massimo livello, con quella finta lentezza che sbilancia tutti gli avversari, con la leadership e la voglia di vincere che finalmente sono uscite, spazzando via quella finta apatia e sufficienza.
Impossibile non spendere due righe sugli eliminati, sulle vittime di Denver, i destrutturati Phoenix Suns che hanno dato un calcio al secchio del latte regalando un futuro a Brooklyn e vendendo l’anima per Durant. Un giocatore che certo esprime arte e poesia ma che alla fine rimane un freddo e cinico calcolatore, voltagabbana e banderuola. L’ennesima forzatura della sua carriera lo ha portato a questa sfida grazie ad un immenso Booker, mostruoso fino a gara 6 per percentuali, intensità, continuità, poi dissolto come neve al sole: 12 punti nel momento della verità, un fallimento talmente grande da far dubitare ora tutti sulle reali stigmate del prodotto da Kentucky. Per come la vedo io Booker ha davanti l’occasione della vita, adesso solo adesso può dimostrare di essere davvero un fuoriclasse, lo deve fare rimanendo a Phoenix, ricostruendo intorno la fiducia dei compagni, riprendendo un percorso e portandolo a termine. Peccato che intanto gli hanno smantellato tutto e che rimane col cadavere puzzolente ed ingombrante della coppia Durant-Paul… vedremo….
Veniamo ai Lacustri ed alla sfida per l’Ovest.
Lebron ha dovuto tagliare la testa al drago più difficile, l’invincibile dinastia degli Warriors ha letto il cartello con scritto capolinea e l’anello in lattice del fine corsa lo indossava proprio lui, il Re 🦁 Leone. Questi Lakers non sono nulla eppure fanno tutto in maniera concreta ed equilibrata pur nello squilibrio dei nomi che vediamo sul referto. Una super star, un lungo che fa la differenza, nessun terzo violino, tanti midsize players che però si sono lasciati legare dal filo sottile del grande burattinaio, e lui li ha azionati permettendo ad ognuno di loro di fare le cose importanti e decisive per arrivare fino qui. La cosa più inquietante (per gli avversai) è la capacità di adattamento della squadra a qualsiasi avversità ed una difesa in cui aiuti e movimento di piedi, con culi sempre più bassi e ginocchia sempre più piegate, suonano sinistramente la musica del destino.
La sfida
Il Matchup è eccezionale , Jokic e Davis potrebbero equivalersi, anche se penso che il centro dei Lakers possa sui due lati avere qualcosa in più, soprattutto perché Jokic continua a difendere solo per finta, e quando viene chiamato continuamente in causa a difendere sul pick & roll centrale mette in evidenza grosse difficoltà.
La partita a scacchi scende agli altri ruoli dove immagino tocchi a Vanderbilt occuparsi di Murray , dove Caldwell-Pope dovrà far sentire di nuovo la propria presenza da tre, dove Gordon e Porter Jr sono sulla carta decisamente superiori ad Hachimurra e Reaves ma dove è anche chiaro che sia Lebron James il loro uomo, ed il Lebron gran regista, che magari non batte più sempre l’uomo sul primo passo ma che legge le situazioni in difesa in maniera perfetta , rimane l’ago della bilancia di una serie che potrebbe assumere due scenari: quello logico di una Denver più squadra, più fresca, più pronta che spazza via gli avversari in 5 partite, oppure quel Tetris aggrovigliato, in cui magari qualche episodio sopra le righe in gara 1 a Denver possa esplodere in mano ai nuggets come successo ai grizzlies, allora se si va oltre la quinta le sicurezze di mesi trascorsi in cima alla classifica svaniranno, ed il Re Leone potrebbe piantare l’ultima graffiata, per conquistare il selvaggio West…. Ma non lo voglio credere questa volta, sarebbe davvero troppo.
4-1 Denver
The Far Dirty East
Celtics VS Heat
La serie tra Boston e Miami assomiglia per dinamiche psicologiche a quella tra Denver e Los Angeles, cambiano certamente gli interpreti. Boston si è fatta trascinare a gara 7 dai sixers e tutto sommato non ha nemmeno pagato troppo pegno in termini di infortuni ed energia. Qualcuno dice che le tre sconfitte contro Harden, per come sono arrivate, abbiano minato le certezze di Tatum e Brown, personalmente non lo credo possibile e ricordo che questi Celtics hanno un profondo vissuto che parte dalla bolla (usciti proprio contro Miami) e che passa attraverso le due gare 7 dell’anno scorso. Il TD Garden è un fattore, la panchina è un fattore, il gruppo è un fattore. Non sono della corrente che pensa che Mazzulla sia un cretino e che la perdita dell’allenatore abbia impoverito la squadra, al contrario penso che li abbia responsabilizzati e che un Brogdon in più faccia tutta la differenza del mondo.
L’uomo chiave potrebbe essere Adebayo, che quest’anno è sano e sta giocando con maggiore leadership. Butler non si commenta perché la dimensione che ha raggiunto è irreale ma si eliderà con Tatum, ed è nelle sfide intorno che penso si deciderà tutto: Lowry, Vincent, Struss da una parte, White, Brown, Brogdon dall’altra… solo che poi Boston ha ancora Grant e Robert Williams, se mette Pritchard tira fuori qualcosa, mentre Spoelstra deve girarsi verso la panca e vede Duncan Robinson, Kevin Love e Zeller.
La follia mi dice Miami, perché Butler è puro rock e quell’allenatore e quel presidente sono eccezionali, ma la ragione dice Boston, perché è un percorso più logico e più solido, che meriterebbe il coronamento.
scelgo la ragione:
4-2 Boston