No Rescue
Nella prima partita di finale i Denver Nuggets dispongono dei Miami Heat in maniera quasi totale. Non si è trattato di una debacle perché comunque di la Adebayo ha giocato anche bene, il che è tutto dire visto quel che ha fatto Jokic in termini numerici e di dominio della partita. Bam ha provato a tenere unito il gruppo ma tra la serata da incubo al tiro di Martin e Struss e l’anonima comparsata di Jimmy è evaporata totalmente la magia e l’enfasi delle finali di conference, denudando la reale situazione di Miami: corta, leggera e numericamente inferiore.
Stats
statistica chiave, per me non il tiro da tre, miami ha anche tirato meglio se proprio dobbiamo verificare le virgole, ma andare in lunetta solo due volte è pura follia, vuol dire malgrado la difesa di Denver , che a tratti sul pick and roll alto centrale era scandalosa, non la sai comunque attaccare.
Esecuzione
Gara uno si legge così a mio modo di vedere. La lucida e cogitata esecuzione di Denver non ha lasciato alcuno scampo a Miami, spiegandoci in sostanza due cose: numero uno che se si gioca dentro lo spartito solo tecnico della partita la favorita e’ la squadra del Colorado, numero due che in virtù del punto uno Miami la può girare solo ricreando le condizioni di agonismo esasperato che le hanno permesso questa incredibile cavalcata sui cadaveri dì Milwaukee, New York e Boston.
Il primo quarto con l’orologio registrato alla perfezione da Malone che portava in due movimenti di palla e qualche taglio a mettere Gordon accoppiato con uno dei nani da giardino di Spoelstra è stata roba da palati fini e da menti perverse. Sontuosa la prima metà di gara di Gordon, che non è più solo il fenomeno del dunk contest dei tempi di Orlando ma è diventato un eccezionale numero 4, solido in ogni aspetto del gioco, debordante atleticamente, umile e concentrato, un 4 da western conference old style, una gioia per gli occhi.
Con la consueta gara perfetta del duo Jokic/ Murray sono arrivate anche cose importanti da Porter Junior, un fattore soprattutto a rimbalzo.
Per il resto è stata come detto esecuzione, controllo perfetto del ritmo, congelamento delle mosse dell’avversario nelle fasi cruciali, difficile davvero fare meglio.
NO WAY… But you need four
Per ora no contest, lascio tutte le attenuanti a chi ha dovuto combattere l’interminabile battaglia per far fuori Boston, ma se anche la prossima partita non vedrà Miami provare almeno a ribaltare il tavolo si rischia obiettivamente una serie monocorde.
IT’s MILE HIGH…. Try to Breath, if you can