Alba gu bràth !

La Finale 2024 incorona Kip & Scout Adkin. La memorabile e clamorosa vittoria della scozzese matura sul campo, ma viene percepita, da parte di un contesto di addetti ai lavori stordito dagli avvenimenti, solo parecchi minuti dopo aver tagliato il traguardo. Loro, gli scoto, avevano fatto i conti, e si abbracciavano, con quel pizzico di paura che sarebbe divenuta presto gioia folle. L’impresa della Adkin consacra una volta di più la scuola scozzese come monastero di purezza. La Scozia è una cantera inesauribile di talenti e soprattutto di campioni nel Mountain Running: c’era la Mudge, c’era Simpson, c’è stato e c’è Douglas, ci sono gli Adkin e Ross Gollan, dietro arrivano Naomi Lang ed Alice Goodall… … Leith is Back !

Nella tana del Boss

Chiavenna – 13 ottobre 2024

Scout taglia il traguardo del Valbregaglia Trail 2024 in terza posizione, con la solita smorfia in volto, non capisci mai se stia soffrendo o se sia semplicemente in preda ad una emotività molto marcata. Abbraccia il fratello Jacob, scoppia in lacrime. Vladimir, storico speaker della corsa in montagna italiana, annuncia al microfono la vittoria della Coppa del Mondo da parte della kenyana Joyce Njeru, confermando ciò che è la sensazione e convinzione della stragrande maggioranza dei presenti. Fin dal giorno prima, dalla grande vittoria di Scout nel KV Lagunc, non si fa che parlare del fatto che la scozzese sia risalita fino a soli 10 punti di distacco dalla vetta della classifica generale, ma che il destino sia nelle mani di Joyce, che può controllare …. Non è cosi.

La realtà è che il destino è nelle mani di Scout, lei ha 7 risultati e quindi il suo score è ancora apertissimo, ciò che conseguirà nel Valbregaglia andrà direttamente nel conteggio. Joyce invece ha corso già 9 gare con quella di Lagunc e deve già scartare uno dei suoi peggiori punteggi (sabato, dopo il 5° posto di Lagunc, scarterà i 10 punti miseri raggranellati a Zinal con il 12° posto). L’indomani  Joyce tenterà di vincere il Bregaglia, ma se lo farà dovrà scartare un altro punteggio, la regola infatti prevede che siano i migliori 8 punteggi a comporre lo score finale di ogni atleta. Lo scarto in caso di vittoria è già certo, sono i 26 punti guadagnati al Vertical Nasego, altra giornata poco brillante, in cui anche Scout pianse lacrime amare ma si difese col 4° posto.

Il clan scozzese sabato sera fa i conti, e la situazione è presto chiara. Sulla carta c’è un + 10 a favore di Joyce, ma la realtà è che, in proiezione, Scout parte con un vantaggio di 13 punti e che se anche Joyce dovesse trionfare l’indomani, un 3° posto le porterebbe la coppa… la tavola è imbandita per un finale memorabile, in cui anche altri incroci umani avranno un peso che riletto a posteriori fa di questa finale forse la più bella di sempre.

Finisce esattamente cosi: Joyce ha 309 punti alla partenza del Bregaglia, ne conquista 50 con la vittoria e 5 col bonus finale conquistato dagli atleti che fanno ambedue le gare di finale, sono 364 punti cui vanno tolti però i 26 del VK Nasego per avere le 8 prove. Finalissimo Joyce 2024: 338

Scout lascia il borgo di Soglio in Svizzera, sede della partenza della gara finale, con 299 punti e cerca di rimanere nelle prime posizioni, vede la kenyana Kisang attaccare a sorpresa e Joyce rimanere prudente nella prima parte, chissà cosa avrà pensato ? Stanno facendo tattica ? crollerò nel finale ?….

Joyce fa la differenza nella seconda parte di gara, riprende Scout, riprende Philaries, vince la gara con autorità, sorride, festeggia… ma forse anche lei sa. Il manager Nannoni non tradisce alcun festeggiamento, in Piazza Bertacchi echeggia una ufficialità che non esiste, tutti applaudono Joyce, lei pacata si defila con un sorriso.

Un minuto e sei secondi dopo arriva Philaries Kisang, 2^, e sette secondi dopo Philaries ecco Scout . . . sul traguardo ci sono i suoi amici e compagni Ross Gollan, Andy Douglas, e c’è suo fratello Jacob, campione dal talento cristallino ma con una carriera minata da infortuni e momenti di vuoto che non gli hanno permesso forse di raccogliere ciò che vale veramente (anche se l’oro Europeo del 2019 a Zermatt rimane una perla indelebile, confermato dall’argento 2024 di Annecy). Scout scoppia in lacrime, li abbraccia. Sono a pochi metri e con Paolo Germanetto ci chiediamo se siano lacrime di gioia o di delusione, anche se nella mia testa questa storia delle prove da scartare continua a rimbombare.

Adkin Brothers… that moment

Mi reco in sala stampa, incontro Jono Wyatt, esiste uno scarto talmente risicato che mi lascia dei dubbi. Trovo Jono molto convinto della cosa, sta facendo i conti ma è già certo che il verdetto sia quello che la Piazza non ha ancora colto… Scout con il 3° posto ha conquistato i 35 punti del regolamento + i 5 del bonus finale, fanno 40 e la portano a 339. Joyce prende i 50 della vittoria + i 5 del bonus, ma deve scartare i 26 di Nasego Vertical per avere le 8 prove utili: sono 309 + 55 – 26 …. Totale come già detto fà 338, un punto dietro…. È storia !

Volo in Piazza, prendo un microfono, comunico la notizia in un clima surreale in cui praticamente tutti sgranano gli occhi per la sorpresa del colpo di scena mentre il clan degli scozzesi è tranquillamente in disparte con la serenità di chi già sapeva… momento davvero tra i più esilaranti di sempre. Nel gruppetto adesso c’è anche Naomi Lang, che è giunta 4^ al traguardo, a poco più di un minuto da Scout. Immaginate la beffa se le fosse arrivata davanti . .  anche se la bella Naomi mi ha confermato candidamente che:

“hey, we did the maths yesterday 😉 “

Slinzega finale

Finisce cosi, con Patrick imperatore, l’onda kenyana che copre quasi tutta la top ten mschile (i primi 6, dominio totale), i nostri verticalisti con l’onore delle armi (questo 7° posto finale della generale di Elia vale tanto, credetemi) ed il 10° dell’americano Beaudoin Rousseau che senza infortunio forse avrebbe potuto dire veramente la sua per infilarsi nelle prime posizioni.

The Kenyan Gang.. quello più scarso ha fatto il record della Smarna Gora, fate voi….

Al Femminile è Scout, fortissimamente Scout. Consistente e continua, chirurgica nella selezione delle gare, capace di risorgere dopo il week end del Nasego, dopo quelle lacrime versate durante il vertical in cui tutto le riusciva difficile ma in cui ha saputo stringere i denti per strappare un 4° posto che oggi suona come cruciale.

Il giorno dopo il ritiro dal Trofeo Nasego, un DNF e l’annuncio sui social della necessità di staccare la spina per capire se tutte le tensioni accumulate fossero davvero troppo per un carattere come il suo.

Le vittorie a Monte Muro ed al Nid d’Aigle, il 2° posto di Zinal naturalmente, che rimane l’acuto più prorompente, anche se è la vittoria di Lagunc, probabilmente, il colpo decisivo, quello che davvero non poteva fallire… Alba gu Bràth !

Ho sentito via mesaggio il suo allenatore, la leggendaria Angela Mudge, le parole di Angela sono chiare e sanciscono una consapevolezza ammirevole:

Thanks, she deserves it. Training hard and focused 100%. Our hills are small but there’s a lot of them !

Angela Mudge

The Others

Per Joyce solo applausi, una stagione in cui ha sfiorato la 4^ coppa del mondo in fila ed in cui si presenta alle finali di Golden Trail in testa al ranking. La portata della sua annata è enorme e sarebbe ingiusto quando non veritiero andare a mettere la lente sui passaggi a vuoto che le sono costati la vittoria finale, come sostanzialmente Grossglockner (5^), Monte Muro (5^) e la giornata NI di Zinal (12^), che per lei vale doppio in negativo, visto che ha lasciato qualche speranza alle avversarie anche in vista di Ascona-Locarno.

Philaries è 3^ e spreme da questa world cup il massimo possibile, come sempre. Per il resto è una classifica finale che merita attenzione solo per il 4° di Susanna Saapunki e il 6° di Sarah Willhoit, due atlete che stanno aumentando la loro presenza nelle gare del circuito di coppa e che in futuro potrebbero tentare di stabilirsi ai piani alti. Fuori dalla top ten, ma per i canoni “Hooliruniani” atleta dell’anno, è un’altra scozzese: Naomi Lang. Lo scorso anno la fantastica discesa dal rifugio Nasego mi aveva fatto notare questa atleta, che anche quest’anno ha impazzato a Comero ed ha chiuso alla grande anche il Valbregaglia Trail. Discesista superlativa, grinta da vendere ma sempre super easy come approccio, speriamo trovi la motivazione per seguire di più le gare del mountain running, vederla correre è un vero spettacolo.

Hoolimate of the year….

E dunque,

Andy Douglas campione nel 2016 e nel 2018, con un 2° posto nel 2016 ed un 3° nel 2018. Robert Quinn 5° nel 2000. Joe Symonds 3° nel 2007. La leggendaria Angela Mudge (tra l’altro oggi coach di Scout) campione nel 1999, 2000 e 2002, con un 2° posto nel 2001. Charlotte Morgan 2^ nel 2021, Adkin 7^ nel 2022, 2^ lo scorso anno e oggi finalmente campione.

Scottish legacy

Sono solo alcuni dei principali risultati ottenuti da atlete ed atleti scozzesi nella coppa del mondo di corsa in montagna dalla sua istituzione del 1999 ad oggi. Sono chiari segnali di una tradizione eccellente, fatta di atleti dalla personalità unica e dotati di completezza tecnica assolutamente di tutto rispetto, ma soprattutto di spirito di adattamento e sacrificio, peculiarità che si sono rivelate fondamentali, soprattutto in alcune occasioni, per eccellere in questo circuito.

Questo l’epilogo della world cup 2024, che ha comunque animato una stagione capace di regalare momenti di interesse e spunti spettacolari.

Esiste un altro tavolo, sui cui andrebbero stese le analisi sull’evoluzione del movimento, a cui rimando le Signorie Vostre . . .

Al Dis . . .

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