Aka : collector’s release
bisogna pur ripartire da qualche parte. Dopo la buriana si torna alle rotative!
L’editoriale: Legname, euro 950
Ad aprile un barile. Iniziano i play off NBA mai come oggi ostaggio degli infortuni. No giannis, no jimmy, no Kawhy. Francamente si rischia di vedere Nutella sconfinare alle finali di conference. La casistica della stagione 2023 ha posto una pietra angolare sui ragionamenti logici. La regular season produce ondivaghi segnali e come ricordiamo tutti due squadre partite dai play in, Lakers ed Heat, sono arrivate fino alle finali di conference (LAL) ed alla finalissima (MIA). Le cindarella run modello Knicks 99 rappresentavano una scalata incredibile, l’NBA di oggi con la regular season fake di fatto getta fumo negli occhi. Non lo so, in mi convince.
Ecco il bracket Comunque , non so perché mi fidi dei Buck’s , probabilmente destinati a fallire, e non so cosa pensare di Mavs e Denver. Vedarem…
C’è dell’altro
in parallelo scalda i motori la stagione del mountain running 2024, focalizzata per quanto mi concerne più sulla world cup che su un europeo che al momento non sta accendendo la fantasia. Molto interessante il doppiaggio di alcuni pezzi da 90 che pare proveranno a gestire sia coppa del mondo WMRA che GOLDEN. Il primo round a Kobe ha messo in mostra un Kipngeno subito al target grosso , un ottimo Pattis e qualche dubbio sulla scelta operata da Maestri, che tuttavia non è sprofondato in una gara decisamente non adatta a lui.
Al solito il mio tour sarà limitato ma centrato sulla sostanza:
HOOLIRUN CASUALS TOUR 2024
Aka: Soli a Comero
- 12 maggio : Angolo Vertical
- 18 maggio: Trofeo Valli Bergamasche, Leffe
- 2 agosto : Fletta Trail, Malon
- 10 agosto : Zinal
- 1 settembre: Trofeo Nasego
- 13 ottobre : Chiavenna-Lagunc
BONUS TRACK: PRELUDIO
Mario Albertacci si era messo in testa di avere qualche patologia cardiaca. Avrebbe prenotato quanto prima una visita completa da qualche professore di grido che riceveva nei patinati studi di San Nazario Terme. Sbuffava come una locomotiva mentre saliva il sentiero di selciato che portava a Marcadenti, un minuscolo gruppo di case ormai abbandonate dal tempo della guerra, crocevia di sentieri e mulattiere del versante solivo della montagna del paese di Maronno, 3000 anime democristiane impregnate di valori quali cemento, perbenismo e preghiere, senza disdegnare calici e pettegolezzi. Mario Albertacci quel sentiero lo conosceva perfettamente, lo aveva percorso decine di volte nelle sue corse di allenamento, lui trail runner di sostanza e di dislivello, non talentuoso ma baciato dalla genetica di un cuore forte ed un fisico compatto e muscolare, pur nel suo metro e 65 scarso. Lo conosceva bene ma quel giorno la fatica era assurda ed il tempo dell’ascesa uno dei peggiori di sempre. “Avrò’ qualcosa al cuore, ormai sono alla frutta” si ripeteva mentre finalmente sbucava fuori dalla vegetazione ed entrava nel piccolo borgo abbandonato. Cascine in sassi, con tetti di legno coperti dalle classiche scandole. Ormai tutte inutilizzate a parte un paio di cui era stata rifatta la copertura e che venivano riaperte forse un paio di volte l’anno dai proprietari, per una grigliata in agosto o durante qualche lavoro di manutenzione. La piccola fontanella sgorgava acqua rompendo il silenzio assoluto di una fresca mattina di fine luglio.
Mario Albertacci era stremato, con un gesto meccanico pigio’ sul tasto del suo cronometro digitale e si avviò al passo verso la fontana per rifocillarsi e possibilmente immergere la testa sotto lo scroscio gelido. Nel prato di fianco, sfalciato di recente, il fieno stava ancora essiccando al primo sole di una giornata che ne avrebbe visto sicuramente la raccolta per essere trasportato al vicino fienile. Una volta recuperata la lucidità il runner si preparò ad imboccare la larga strada sterrata verso il paesino di Condo’, un’altra delle tante contrade del capoluogo. Pochi passi e poi era pronto a riprendere a correre quando la coda dell occhio casco’ su un mucchio di fieno smosso e di forma irregolare che spiccava vicino alle andane ordinate ed uniformi. Non ci mise molto a realizzare l’evidente, reso eclatante da un braccio che spuntava da sotto il fieno. Il braccio di un uomo, avvolto in una camicia a quadrettoni beige e neri. Mario Albertacci istintivamente e come un automa si avvicinò a quel braccio e smosse il fieno: attaccato al braccio c’era un uomo, morto stecchito, con il cranio sfondato, ed era qualcuno che lui conosceva, era Long John, al secolo Giovanni Bordini, un taglialegna ritornato da pochi mesi dall’Australia dopo che quasi vent’anni prima era emigrato alla ricerca di fortuna. Di soldi Long John non ne aveva portati dall’Australia , ed ora stava lì, con la testa spaccata probabilmente dalla grossa accetta che era stata abbandonata a pochi passi da lui. Un bel casino , penso Mario Albertacci, che dopo essersi reso conto dell’assurda situazione sbianco’ e si mise a correre come un pazzo verso le case di Condo’, doveva raggiungere il più presto possibile un posto telefonico, e chiamare l’unica persona che in quel momento gli sembrava logico chiamare, il famigerato dottor Alvaro….
In chiusura
VDP ha fatto il pieno con due gare ai limiti della perfezione. La campagna del nord orfana di Wout francamente è stata una maledizione. La Liegi per rimescolare è stata perfetta, sistemando un po’ le carte. Tornato alla carica Pogi e si sono visti finalmente altri pronti a dare a questa stagione qualcosa di più.